Scrivere un buon prompt è come consegnare il compito giusto al tuo collaboratore più affidabile: ieri era fantasia, oggi è l’intelligenza artificiale.
Con la diffusione improvvisa dei chatbot e degli assistenti AI, promuovere conversazioni efficaci con modelli come ChatGPT, Gemini o Copilot non è più un optional. È diventato una skill strategica per chi crea contenuti, guida progetti e innova il marketing aziendale.
Cos’è il prompt engineering
Il prompt design — o prompt engineering — è la pratica di modellare istruzioni chiare e specifiche per guidare i modelli linguistici (LLM). Non si tratta solo di chiedere all’AI “fa’ questo”, ma di definire richieste chiare, esplicite e consapevoli, identificando con un attento livello di dettaglio, il contesto, l’obiettivo, il formato e non ultimo il tono di voce.
Ecco alcuni esempi:
Contesto — “Sei un esperto di comunicazione B2B…” oppure “Voglio che tu agisca come un Digital Strategist…”
Obiettivo — “Scrivi una email promozionale” oppure “Io ti fornirò informazioni su mercato, prodotto e obiettivi e tu mi aiuterai a…”
Formato — “Tre bullet points sintetici” oppure “Metti i contenuti in una tabella organizzata per…”
Tone of Voice — “Professionale ma empatico” oppure “Emozionale e conversazionale”
Questa disciplina ha raggiunto livelli strutturati: oggi si adottano framework come Chain-of-Thought (CoT), Multi-Objective Prompting e stratificazioni formattate.
Perché il prompt design conta (ed è urgente impararlo)
- Maggiore accuratezza: prompt specifici riducono la produzione di contenuti vaghi o errati .
- Risparmio di tempo e risorse: organizzare bene l’input dimezza l’iterazione sui risultati.
- Controllo e trasparenza: usando template definiti e formati standard si favorisce la governace dei contenuti .
- Equità e bias sotto controllo: prompt inclusivi possono ridurre la distorsione nei dati generati .
Un recente report ha intervistato marketer: solo il 13% dichiara di sentirsi pronto, mentre il 96% pianifica di implementare AI. Il vero gap è nella qualità dei prompt.

Tecniche pratiche per prompt vincenti
- Prompt strutturati
Usa titoli, virgole e punti elenco per organizzare l’input:
Sei un copywriter B2B. Scrivi un’email in 100‑150 parole che:
- presenti il nuovo servizio;
- sottolinei tre vantaggi competitivi;
- includa call-to-action “Scopri di più”.
2. Template e iterazione
Implementa il versioning del prompt: modificalo, confronta output, salva le versioni migliori.
3. Chain‑of‑Thought (CoT)
Aiuti il modello a ragionare per passaggi logici, ideale per report, analisi o sintesi strutturate .
4. Multi-Objective Prompting
Definisci obiettivi aggiuntivi (tono, pubblico, lunghezza):
“Crea un post LinkedIn di 150 caratteri, tono colloquiale, target manager HR, includi call to action.”
5. Prompt responsabili e trasparenti
Inserisci istruzioni su equità, verifiche e fonti, prevenendo bias e spin .
Errori comuni da evitare
Prompt generici ➜ output vaghi.
Mancanza di contesto ➜ errori di tono o inconsistenze.
Reset frequente ➜ per perdere coerenza tra interazioni.
Ignorare il formato ➜ la presentazione conta, anche per l’AI.
Cosa dicono le aziende
- JPMorgan ora forma dipendenti su prompt efficaci, stimando un +15–20 % di produttività.
- I ruoli emergenti da analisi (prompt engineer) sono cresciuti del 400 % negli ultimi 12 mesi, spesso con stipendi fino a 300 mila dollari .
Il prompt design è la capacità di trasformare un tool generativo in un vero collaboratore o team di collaboratori strategici. Non solo scrittura automatizzata: un prompt ben costruito genera ideazione, sintesi, audio, visual.
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